Approfondimenti

10/04/2024

RIFLESSIONI POST RASSEGNA

Sono stati incontri intensi, arricchiti dal dialogo e confronto tra pubblico e relatori. Abbiamo pensato di lasciarvi qui degli spot su quanto maggiormente emerso durante questa manifestazione culturale.
Troverete qui di seguito una breve sintesi degli argomenti emersi durante i 3 appuntamenti che hanno avuto luogo come spunti per poter continuare questa nostra  riflessione collettiva e condivisa. 
Approfittiamo anche per ringraziare tutti i presenti, il Comune di Jesi, l'assessora Emanuela Marguccio e tutti i relatori che hanno reso possibile la realizzazione di questa rassegna con il loro contributo.

Cosa sono i social media e come impattano nella nostra vita quotidiana? Come hanno cambiato le relazioni tra le persone, con il mondo, con noi stessi? Hanno peggiorato o migliorato le nostre vite? 

Sono queste alcune delle domande che hanno mosso il dibattito nei tre giorni di manifestazione culturale l' “Arte di crescere” tenutasi a Jesi lo scorso 4,5,6 aprile.

Il contributo della social media manager Giulia Barigelli, dello psicologo e logoterapeuta Marco Ceppi e dello youtuber Andrea Cardinali ci hanno permesso di entrare in questo mondo cercando di capire e sviluppare il nostro senso critico a riguardo.

I social media sono piattaforme online che consentono agli utenti di creare, condividere e interagire con contenuti generati dagli utenti. Questi possono includere testi, immagini, video e altri tipi di linguaggi. Alcuni esempi popolari di social media includono Whatsapp, Facebook, Twitter, Instagram, LinkedIn, YouTube e TikTok. Ogni piattaforma ha le proprie caratteristiche uniche e può essere utilizzata per scopi diversi; inoltre, ogni piattaforma ha il suo pubblico di riferimento, le sue caratteristiche distintive e i suoi usi specifici, e gli utenti possono scegliere quale piattaforma utilizzare in base ai propri interessi, obiettivi e preferenze personali.

I social media possono svolgere un ruolo importante nella nostra vita quotidiana, offrendo una varietà di modi per accedere all'informazione, esprimersi, comunicare e apprendere in modo collaborativo. Essi hanno cambiato radicalmente il modo in cui le persone si connettono e interagiscono. Possono facilitare la comunicazione e consentire di mantenere contatti con persone lontane, possono essere utilizzati per raggiungere una varietà di obiettivi, condividere contenuti, connettersi con comunità di interesse, apprendere nuove informazioni e promuovere attività personali o professionali. In questo senso, i social media sono visti come uno strumento che facilita e arricchisce la vita delle persone, consentendo loro di realizzare determinati obiettivi e migliorare la loro esperienza sociale e comunicativa.

Tuttavia, è stato riconosciuto che, sebbene i social media possano migliorare le connessioni sociali, ci sono anche aspetti negativi e rischi da considerare. Parlare di fenomeni come il cyberbullismo, il bodyshaming e lo sharenting è cruciale quando si discute dei social media e del loro impatto sulla società. Questi fenomeni costituiscono elementi significativi che possono influenzare negativamente la vita delle persone, specialmente dei giovani.  E' ciò che accade quando i social da strumenti si trasformano in scopo di vita! Per alcune persone, i social media possono diventare infatti il principale scopo dell'esistenza e influenzare significativamente il modo in cui trascorrono il loro tempo, gestiscono le relazioni e costruiscono la propria identità. Questo comporta una vera e propria dipendenza, alla ricerca costante di gratificazione attraverso like e condivisioni, e alla comparazione costante con gli altri. Allora la qualità delle relazioni diventa superficiale, basata sull'apparenza e anche il rapporto con se stessi può essere alterato dall'esposizione a confronti costanti e dal desiderio di validazione online.

La tecnologia in questo senso sembra aver spostato l'individuo dal centro delle proprie esperienze, rendendolo dipendente e influenzando le sue scelte e la perdita di controllo sull'autonomia individuale. Ciò ha portato alla perdita di una socialità autentica, dove in primis bambini e adolescenti risultano esserne delle “vittime”. 

Ma perché questi strumenti hanno fatto così presa sui più giovani?

Molti ragazzi si rifugiano nei social media a causa della mancanza di punti di riferimento nella vita reale, cercando modelli online per colmare questo vuoto. Il mondo degli adulti sembra non essere pronto ad accoglierli e ad ascoltarli con le giuste energie, a  comprendere le loro esigenze, preoccupazioni e punti di vista senza entrare nel giudizio e negli stereotipi. Questo può portae i più giovani a cercare sostegno e connessione online, dove possono trovare comunità di pari o spazi dove sentirsi accolti e compresi. Inoltre i social media offrono ai ragazzi l'opportunità di esplorare e costruire la propria identità, connettendosi con altri che condividono interessi simili o esperienze di vita. Questo senso di appartenenza può essere particolarmente attraente per i ragazzi che si sentono isolati o non accettati nel mondo reale.

Gli stessi protagonisti dell'ultima giornata, gli alunni della 3B del Liceo Artistico Mannucci e della 5AL del Liceo Linguistico Leonardo da Vinci di Jesi, coinvolti in un percorso formativo a scuola basato anche sul metodo Lego Serious Play proposto dalla Cooperativa KOINE, hanno scelto di effettuare un sondaggio “cittadino” per capire se ci si senta dipendenti dalla tecnologia e la risposta non sempre è stato concorde. I ragazzi affermano di utilizzare  i social per circa 3 ore al giorno e lo fanno come diversivo dalla quotidianità; ciò indica quanto queste piattaforme siano diventate parte integrante delle loro vite. Tuttavia, è importante considerare se questo tempo sia equilibrato e se interferisca con altre attività importanti, come lo studio, l'attività fisica e il tempo trascorso con la famiglia e gli amici. Un altro argomento che ha portato i giovani a domandarsi e interrogarsi è stato l’utilizzo dei social con i bambini molto piccoli. L'uso eccessivo della tecnologia, compreso l'utilizzo dei dispositivi durante i pasti o come strumento di "distrazione/custodia" è diventato un fenomeno sempre più diffuso, specialmente tra i bambini molto piccoli. Per affrontare questo che viene considerato dai ragazzi come un vero e proprio problema, è importante stabilire delle regole chiare riguardo all'uso dei dispositivi durante i pasti e non solo promuovendo un ambiente familiare che favorisca le interazioni sociali e la consapevolezza alimentare. Limitare l'accesso ai dispositivi durante i pasti e incoraggiare conversazioni significative e connessioni familiari può contribuire a promuovere uno stile di vita sano e bilanciato per tutta la famiglia. Su quest’ultimo punto i ragazzi hanno avuto modo di portare le loro idee e opinioni in seguito anche alle sollecitazioni del pubblico. Gli adulti stessi, partecipanti all'incontro, hanno chiesto consigli in termini di "strategie" su come interagire con i ragazzi che sono sempre più presi dai social e dai dispositivi elettronici. Sempre più spesso i giovani si alienano dal mondo reale e gli adulti non riescono a trovare le giuste modalità per entrarci in relazione e mettersi in dialogo.  Secondo i protagonisti della terza giornata la chiave sta nell'interessarsi ai contenuti che seguono, a non vietare l'utilizzo in modo brusco, a tentare un approccio equilibrato, comprensivo, non giudicante in modo da costruire un rapporto di fiducia e favorire la comprensione reciproca. Stabilire insieme delle regole e dei limiti per l'uso dei dispositivi elettronici insieme ad un coinvolgimento in attività e interessi al di fuori dei social media può essere utile ma fondamentale è che i ragazzi entrino nei processi decisionali. 

In questa breve (purtroppo!) occasione di dialogo intergenerazionale i ragazzi stessi si sono resi conto della propria dipendenza dai social media ma anche condiviso delle piccole strategie "familiari" che nella loro esperienza personale sembrano aver funzionato per trovare il giusto equilibrio.

Non è possibile eliminare l’utilizzo dei social dalle nostre vite tantomeno da quelle dei più giovani, Affrontare questi fenomeni richiede un impegno collettivo da parte della società, delle piattaforme sociali, delle istituzioni educative e dei genitori. La promozione di un'educazione digitale per guidare i fruitori, a partire dai più giovani, sulle potenzialità ma anche sui possibili rischi associati all'uso eccessivo delle piattaforme al momento sembrerebbe la soluzione più idonea e immediata.

Tanti sono gli aspetti ancora da considerare e sviluppare, ma in questo momento i più giovani ci stanno chiedendo questo da pensare e fare insieme.